Becattini, Francesco

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Francesco Becattini (Firenze, 1743 - Livorno, 1813) è stato un poligrafo, storico e giornalista.

Ha lasciato molti scritti ma poche tracce biografiche, conducendo una vita errabonda e disordinata, per cui la ricostruzione del suo itinerario è problematica.

Avendo deciso di fare dell'attività intellettuale la sua fonte unica di reddito, puntò tutto sul catturare l'attenzione di un vasto pubblico. Scrisse di tutto, dalle gazzette alle opere di teatro ai trattati geografici. Di particolare interesse sono le sue opere storiche, un esempio, si può dire, di storiografia popolare, che mirava ad incuriosire ed accattivarsi il lettore, soprattutto fornendo i dettagli più spettacolari e/o bizzarri e concentrandosi sui retroscena e gli intrighi.

I Fatti attinenti all’Inquisizione e sua istoria generale e particolare di Toscana, opera di grande successo, pubblicata per la prima volta da Pagani a Firenze nel 1782, ma che ebbe ben tre riedizioni (Napoli 1784, Venezia 1786, Milano 1797), prese spunto dall'abolizione dell'Inquisizione in Toscana decretata dal granduca Pietro Leopoldo nel 1782. Si tratta di una storia generale dell'Inquisizione che parte dai suoi esordi medievali via via sempre più concentrandosi sul caso toscano. La narrazione si fonda in vuona parte su libelli e compendi francesi di orientamento gallicano o illuminista. Le parti che riguardano il caso italiano, e toscano in particolare, rivelano anche una certa destrezza dell'autore nel servirsi di materiale inedito. I protagonisti, o meglio gli eroi della narrazione, sono le vittime dell'Inquisizione (Pietro Carnesecchi, Galileo Galilei, Tommaso Crudeli in primis), concepita come strumento aberrante attraverso il quale la Chiesa ha abusato delle proprie prerogative.

La Vita pubblica e privata di Pietro Leopoldo d’Austria fu pubblicata - con false indicazioni di stampa - a Milano nel 1796 e ristampata l'anno successivo. Si tratta di un violento libello, nel quale trovano sfogo i risentimenti e il desiderio di vendetta di Becattini contro l'antico protettore, che aveva sì abolito l'Inquisizione ecclesiastica, ma l'aveva sostituita con una sorta di Inquisizione civile ancora più repressiva e liberticida.

Bibliografia

  • Maria Augusta Morelli Timpanaro, Su Francesco Becattini (1743-1813), di professione poligrafo, in «Archivio Storico Italiano», 148, 1990, pp. 279-374.
  • Gian Franco Torcellan, Becattini, Francesco, in DBI, vol. 7 (1965).

Testi on line

Article written by Daniele Santarelli | Ereticopedia.org © 2013

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

thumbnail?id=1_usu8DkYtjVJReospyXXSN9GsF3XV_bi&sz=w1000
The content of this website is licensed under Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) License