Cusano, Niccolò

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


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Niccolò da Cusa o Cusano (Nikolaus Krebs, Kues, 1400 o 1401 – Todi, 11 agosto 1464) è stato un filosofo, scienziato, teologo e cardinale.

Nacque a Kues, in Germania, attorno al 1400. Studiò diritto e matematica a Padova e teologia a Colonia. A venticinque anni diventò prete, poi divenne cardinale (1548) e vescovo di Bressanone (1550). Nel 1536 il Concilio di Basilea lo incaricò di rappresentare la Chiesa Cattolica in una missione riconciliatrice a Costantinopoli, allo scopo di sanare la spaccatura con la Chiesa Ortodossa. Pur fallendo, Cusano tornò in occidente con i testi originali dei classici greci e una folta rappresentanza di sapienti, i quali insegnarono il greco (lingua da secoli dimenticata) ai dotti italiani, contribuendo così allo sviluppo dell'umanesimo rinascimentale.

Le sue opere principali sono: La dotta ignoranza (De docta ignorantia, 1440), Le congetture (De coniecturis, 1445), l'Idiota (1450), Il gioco della palla (De ludo globi, 1463).
Ne "La dotta ignoranza" Cusano afferma, rispolverando una massima socratica, che "quanto meglio uno saprà che non si può sapere, tanto più sarà dotto". Posto che Dio è la perfezione assoluta e infinita, niente di quello che l'uomo può sapere e imparare raggiungerà mai questa perfezione. La conoscenza dell'uomo non sarà mai perfetta, ma costantemente perfettibile, la scienza degli uomini cerca la verità, ma la verità, come una preda sfuggente, non si farà mai raggiungere.
La conoscenza attraverso la ragione è un tentativo reiterato di cercare di misurare l'incommensurabile, è un tentativo di instaurare una proporzione fra il noto e l'ignoto. Questo tentativo è sempre graduale, del resto non si può conoscere direttamente l'ignoto intero senza una serie di tentativi successivi di avvicinamento.
Cusano porta l'esempio della misurazione di una circonferenza: l'uomo semplifica il problema ipotizzando la circonferenza come un poligono che abbia infiniti lati, ma l'infinito non è proprietà della geometria, scienza finita, e la circonferenza risulterà allora da una semplificazione mistificante.
Cusano usa in questo modo termini matematici e geometrici, i quali hanno la proprietà delle cose finite (e quindi umane), per mettere in luce l'impossibilità umana di conoscere e provare l'infinito attraverso la ragione, infinito che Cusano identifica in Dio.
Se l'infinito non è raggiungibile attraverso la ragione, lo è attraverso l'intelletto, il quale, seppur non arriva a una conoscenza certa del concetto, può arrivare a una sua intuizione. L'infinito è l'unità di tutte le conoscenze, anche quelle opposte, in quanto la perfezione assoluta implica la sintesi suprema tra tesi e antitesi. Questa coincidenza degli opposti fa si che in Dio siano presenti tutti i principi contrapposti che sono all'apparenza inconciliabili. Dio è sia affermazione che negazione.
In Dio convivono i contrari poiché Egli è l'assoluto. In Cusano vi è una continua tensione tra perfezione e impossibilità di raggiungerla, una sorta di sintesi impossibile tra assoluto e umano. L'umano è l'imperfetto perfettibile, il divino la perfezione assoluta in cui tutto trova una sintesi, ma proprio perché divina, impossibilitata a venire a contatto con l'umano. Di fronte all'impossibilità di definire in modo certo la natura infinita di Dio, l'uomo diventa uno spettatore della Creazione, ma non uno spettatore passivo. L'uomo è il fine ultimo della Creazione, creato per riconoscere il valore divino della Creazione stessa. Dio si può conoscere allora per teologia negativa (ciò che Dio non è) o per teologia positiva (Dio è l'infinito), la terza via è la parola di Cristo.
Cristo è anche Dio, quindi la sua infinità divina è per l'uomo un motivo di imitazione terrena, imitazione che sfocia necessariamente in una teologia del dialogo che può favorire, sul piano civile e storico dell'uomo, una riconciliazione dei dissidi (una empirica coincidenza degli opposti).

Bibliografia

  • Dino Buzzetti Niccolò da Cusa, in DBI, vol. 78 (2013).
  • Kurt Flasch, Nikolaus von Kues: Geschichte einer Entwiklung. Vorlesungen zur Einführung in seine Philosophie, Klostermann, Frankfurt am Main 1998.
  • Erich Meuthen, Nikolaus von Kues 1401-1464: Skizze ener Biographie, Aschendorff, Munster 1964.
  • Nicolai de Cusa, Opera omnia, Meiner, Leipzig-Hamburg 1932-2006.
  • Gregorio Piaia (a cura di), Concordia discors: Studi su Niccolò Cusano e l’Umanesimo europeo offerti a Giovanni Santinello, Antenore, Padova 1993.
  • Giovanni Santinello, Introduzione a Niccolò Cusano, Laterza, Roma-Bari 19872.
  • Edmond Vansteenberghe, Le cardinal Nicolas de Cues (1401-1464): L’action - La pensée, Champion, Paris 1920.

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Article written by Guido Del Giudice | GiordanoBruno.com & Ereticopedia.org © 2013

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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