Congiura Accolti contro Pio IV (1564)

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


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La congiura Accolti fu un presunto complotto contro la vita di papa Pio IV organizzato, nel dicembre 1564, da Benedetto Accolti, figlio illegittimo dell’omonimo cardinale che era stato accusato di tradimento da Paolo III.
Accolti, un carismatico e fervente religioso, sembra essere stato profondamente contrario alle proposte di Pio IV: permettere una piena comunione ai laici e concedere al clero il diritto al matrimonio (linea politica richiesta dall’imperatore nella speranza di una riconciliazione fra il Protestantesimo germanico e la Chiesa Cattolica).
Durante il suo processo, si è sostenuto che Accolti avesse persuaso gli altri cospiratori – suo nipote Pietro Accolti, il conte Antonio di Canossa, Taddeo Manfredi, Giangiacomo Pellicione e Prospero de ‘Pittori – sulla veridicità di una sua rivelazione : a Pio IV sarebbe succeduto un papa migliore e più ortodosso e per tale ragione tutti loro avrebbero dovuto aiutarlo ad eliminare il pontefice.
Il piano di Accolti era di presentarsi a Pio IV con una petizione per chiedere la sua abdicazione; nel caso in cui il pontefice si fosse rifiutato di abdicare, lo avrebbero assassinato con un pugnale avvelenato. In questo gesto, che Accolti credeva esser stato ispirato da Dio, egli avrebbe dovuto essere assistito dal conte Canossa, da Manfredi e da Pellicione. Gli altri due congiurati avrebbero invece atteso la notizia in piazza San Pietro.
Al momento di agire, nonostante gli fosse concessa un'udienza papale, Accolti fu sopraffatto dalla paura dimostrandosi incapace di portare a termine il suo piano. I cospiratori ben presto iniziarono a litigare fra di loro, così Pelliccione, temendo che qualcuno dei suoi compagni avrebbe potuto rivelare il complotto, decise di salvarsi per primo tradendoli con le autorità.
I cospiratori furono tutti condannati al carcere a vita o alla pena capitale, a seconda del loro grado di colpa.
Sulla falsa riga dei successivi omicidi di Enrico III e Enrico IV di Francia, la congiura Accolti potrebbe segnare un momento decisivo nella storia della Controriforma, quando i cattolici più fanatici iniziarono a rivoltarsi contro i propri leader, giudicati responsabili della diffusione del Protestantesimo.
Tuttavia, alcuni dubbi rimangono su questa interpretazione della vicenda, anche perché la scoperta del complotto sembra adattarsi troppo bene all’agenda del pontefice. Infatti, nei due anni precedenti Pio IV aveva fermato altri due tentativi di assassinarlo – il primo da parte di uno sconosciuto uomo armato e il secondo dai sostenitori superstiti della famiglia Carafa (duramente perseguitata da Pio IV) – entrambi i tentativi di omicidio erano stati utilizzati come scusa per restringere l’accesso alla sua persona e soffocare il dissenso. Inoltre, anche se la motivazione apparente di Accolti era stata la sua opposizione all’inclinazione di Pio IV a riappacificarsi con i Protestanti, durante l’interrogatorio aveva confessato di aver visitato Ginevra e di aver letto le Institutiones di Calvino e gli incitamenti di Lutero ad uccidere il Papa.

Il declino della salute di Pio IV nel 1565 ridusse le tensioni a Roma e né altre congiure contro di lui né la sua riforma del clero si realizzarono.

Bibliografia

  • Accolti, Benedetto, in DBI, vol. 1 (1960).
  • Elena Bonora, Roma 1564. La congiura contro il papa, Laterza, Roma-Bari 2011.
  • Ludwig von Pastor, Storia dei Papi dalla fine del Medio Evo: vol. VIII, Storia dei Papi nel periodo della Riforma e Restaurazione cattolica. Pio IV  (1559–1565), Desclée, Roma 1923: EN pt1 EN pt2.
  • Peter Plastenbrei, Glücksritter und Heilige: Motivstruktur und Täterprofile bei der Accoltiverschwörung gegen Papst Pius IV. im Jahre 1564, in "Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken", 70, 1990, pp. 441-90.
  • Renzo Ristori, Benedetto Accolti. A proposito di un riformato toscano del Cinquecento (Testi e documenti), in "Rinascimento", 13, 1962, pp. 225-312.

Voci correlate

Article written by Miles Pattenden (Italian translation by Sonia Isidori)
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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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