Caccia alle streghe di Bitonto (1593-1594)

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


A Bitonto la vicenda di una giovane donna, Laura Stella de Paladini, che cominciò a manifestare disturbi di sospetta natura diabolica nel 1592, fu strumentalizzata dall’arcidiacono Ottavio Bove per acquisire prestigio e potere, personale nonché per screditare i propri nemici. La presunta ossessa fu segnalata al Bove da Ferrante Stellaccio, un prete bitontino che stava cercando di liberarla. Bove, che dopo la morte del vescovo Gian Pietro Forteguerri reggeva la diocesi pro tempore, doveva fungere da confessore della ragazza. Ma fece ben altro: la indusse a dichiarare di essere una strega e di partecipare al sabba al noce di Benevento e ad incolpare come complici diversi personaggi locali, esponenti di famiglie che avversavano il Bove. Il nuovo vescovo di Bitonto, Flaminio Parisi (nominato il 17 settembre 1593), appoggiò, anch’egli per interessi personali (finalizzati in particolare all’estorsione di denari), la piccola caccia alle streghe scatenata dall’arcidiacono. Lo Stellaccio denunciò i due ecclesiastici alla Congregazione del Sant’Uffizio verso la fine del 1593. Il caso suscitò in particolare l’attenzione del cardinale Giulio Antonio Santoro. Nel 1594 la Congregazione, dopo un attento studio dei casi, assolse tutti gli accusati di stregoneria; fu anche verificata la verginità dell’ossessa, Laura Stella de Paladini. Nel maggio 1595 Parisi e Bove furono costretti a presentarsi a Roma: il vescovo fu tradotto agli arresti domiciliari, mentre l’arcidiacono finì nelle carceri del Sant’Uffizio. Il cardinal Santoro insisté per una punizione esemplare dei due ecclesiastici, in contrasto con altri cardinali inquisitori, che non ritenevano opportuno procedere contro due membri di spicco del clero locale. Parisi e Bove furono trattenuti a Roma fino al 1601, allorché poterono tornare a Bitonto a rioccupare le loro cariche (Parisi restò vescovo di Bitonto fino alla morte, avvenuta nel 1603).

Bibliografia

  • Giovanni Romeo, Inquisitori, esorcisti e streghe nell’Italia della Controriforma, Sansoni, Firenze 1990 (in partic. pp. 154-160)
  • Giovanni Romeo, Inquisitori domenicani e streghe in Italia tra la metà del Cinquecento e i primi decenni del Seicento, in Praedicatores, Inquisitores – III I Domenicani e l’Inquisizione romana. Atti del III Seminario internazionale su «I Domenicani e l’Inquisizione», Roma 15-18 febbraio 2006, a cura di Carlo Longo, Roma, Istituto storico domenicano, 2008, pp. 309-344 (in partic. pp. 316-318)
  • Giovanni Romeo, Chiesa, Inquisizione e vita religiosa nella Puglia del tardo Cinquecento. Prospettive di ricerca, in Cultura e società a Bitonto e in Puglia nell’età del Rinascimento. Atti del VI convegno nazionale, a cura di Stefano Milillo, Congedo, Galatina 2009, pp. 97-107

Article written by Daniele Santarelli & Domizia Weber | Ereticopedia.org © 2015
A special thank to Giovanni Romeo

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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