Amorosa, Argenta

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Argenta Amorosa è stata una donna perseguitata per stregoneria.

Fu accusata come loro complice da Ippolita Palomba e Beatrice Castiglione, entrambe incriminate per stregoneria a Napoli nel 1586. Incarcerata e sottoposta a tortura, negò tutte le accuse. Il caso fu trattato dal vicario arcivescovile Flamino Torcella, che inviò il sommario del processo a Roma alla Congregazione del Sant'Uffizio nel gennaio 1588. La risposta da Roma, che rifletteva le posizioni scettiche in materia di sabba e stregoneria del cardinal Giulio Antonio Santoro (da poco alla testa del Sant'Uffizio romano), fu che, non essendoci prove convincenti della colpevolezza di Argenta, la donna doveva essere prosciolta e liberata. Argenta fu quindi liberata senza doversi neanche sottoporre all'abiura.
Nel 1591 la donna fu di nuovo indagata dopo che fu trovata in possesso di oli ed unguenti. Tuttavia fu di nuovo prosciolta, poiché il materiale fu riconosciuto di esclusivo uso medicamentoso.

Bibliografia

  • Giovanni Romeo, Inquisitori, esorcisti e streghe nell’Italia della Controriforma, Sansoni, Firenze 1990.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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