Paleario, Aonio

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Aonio Paleario, nome latinizzato di Antonio della Pagliara (Veroli, 1503/1504 – Roma, 3 luglio 1570), è stato un umanista, maestro di scuola ed eretico, condannato a morte dall'Inquisizione romana.

Biografia

Studiò a Roma dal 1521 al 1527. Dopo il sacco abbandonò la città del papa, rientrando forse a Veroli, poi si spostò a Perugia e a Siena. Fu quindi a Padova, dove soggiornò tra il 1531 e il 1536 (alternando soggiorni in questa città e a Siena) e si integrò nel circolo del cardinal Pietro Bembo, conoscendo Gasparo Contarini, Reginald Pole e molti altri.
Nel 1537 si trasferì a Cecignano (Colle Val d'Elsa), insegnando nelle scuole (e cominciando a fare propaganda filoprotestante). Nel 1542 fu denunciato per eresia all'Inquisizione di Siena da parte del domenicano Vittorio da Firenza, ma fu scagionato (da questa vicenda scaturì l'orazione Pro se ipso). Nel 1544 scrisse una lettera a Lutero, Butzer e Calvino per esortarli a mettere da parte le dispute teologiche. Nel 1546 si trasferì a Lucca in qualità di professore di Lettere umane presso le scuole superiori della Repubblica. Rientrato nel 1555 a Cecignano, terminò il trattato Dell’economia o vero del governo della casa, che oltre a sostenere la piena uguaglianza e dignità di uomo e donna esaltava di fatto il pensiero di Juan de Valdés applicato alla vita familiare. Trasferitosi quindi a Milano, sempre per insegnare nelle scuole, redasse la sua opera più dura, la Actio in pontifices romanos, dai toni ferocemente antipapali. Dopo una seconda denuncia senza esito di Vittorio da Firenze stavolta all'Inquisizione milanese, nell'aprile 1567 quest'ultima avviò infine un'istruttoria contro Paleario che si rivelò per lui fatale. Essa infatti condusse dopo un anno al suo arresto e alla sua successiva estradizione a Roma (agosto 1568). Sotto un feroce papa inquisitore come Pio V un uomo come Paleario non poteva avere scampo. Incarcerato a Tor di Nona, il suo processo si concluse con l'inevitabile condanna a morte, eseguita il 3 luglio 1570.

Bibliografia

  • Salvatore Caponetto, Aonio Paleario (1503-1570) e la Riforma protestante in Toscana, Claudiana, Torino 1979.
  • Salvatore Caponetto, La Riforma protestante nell’Italia del Cinquecento, Claudiana, Torino 19972.
  • Chiara Quaranta, Paleario, Aonio, in DBI, vol. 80 (2014) (e bibliografia ivi citata).

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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