Castro, Alfonso de

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Alfonso de Castro (Zamora, 1495 - Bruxelles, 11 febbraio 1558) è stato un giurista e teologo francescano spagnolo.

Appartenente all'ordine dei minori osservanti, studiò e insegnò a Salamanca. Lasciato l'insegnamento, passò al servizio di Carlo V, seguendone la corte itinerante. Partecipò al concilio di Trento come teologo, mostrandosi in particolare contrario alle traduzioni della Bibbia in lingua volgare.
Accompagnò Filippo II in Inghilterra in occasione del suo matrimonio con Maria Tudor e collaborò alla restaurazione del cattolicesimo nel Regno.
Rientrato nel 1557 insieme a Filippo II nelle Fiandre, fu nominato arcivescovo di Santiago de Compostela, ma non ebbe il tempo di prendere possesso dell'arcibescovado morendo a Bruxelles l'11 febbraio 1558.

Fu uno strenuo fautore dell'Inquisizione nonché particolarmente attento al problema del controllo della stampa.

Opere

  • Adversus omnes haereses (I ed.: 1539)
  • De iusta haereticorum punitione (I ed.: 1547)
  • De potestate legis poenalis (I ed.: 1550)

Bibliografia

  • Manuel de Castro, Fr. Alfonso de Castro, O.F.M.Obs. (1495-1558). Notas bibliográficas, in "Collectanea Franciscana", 28, 1958, pp. 59-88.
  • Manuel de Castro, Fr. Alfonso de Castro, O.F.M.Obs. (1495-1558), consejero de Carlos V y de Felipe II, Salmanticensis, 6, 1958, pp. 281-322.
  • Andrea Errera, Processus in Causa Fidei. L’evoluzione dei manuali inquisitoriali nei secolo XVI-XVIII e il manuale inedito di un inquisitore perugino, Monduzzi, Bologna 2000.
  • Vincenzo Lavenia, L’infamia e il perdono. Tributi, pene e confessione nella teologia morale della prima età moderna, Il Mulino, Bologna 2004.
  • Ambriz, J. Trinidad, La teoria penal en Alfonso de Castro, Cuadernos del Estato del Mexico, Toluca 1967.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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