Scala, Alessandra

Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo
Edizioni CLORI | Firenze | ISBN 978-8894241600 | DOI 10.5281/zenodo.1309444


Alessandra Scala (Firenze, 1475-1506) è stata una letterata, poetessa e donna di potere.

Biografia

Alessandra figlia di Bartolomeo Scala, cancelliere della Repubblica Fiorentina, ebbe tre sorelle, Battista, Francesca e Bartolomea, e due fratelli, Giuliano e Lorenzo. In tenera età frequentò lo Studio fiorentino, dove seguì le lezioni di Lascaris, Calcondila e di Poliziano, diventando esperta di letteratura greca e latina.
Fece parte del ristretto circolo di letterati intorno a Lorenzo il Magnifico e del quale facevano parte, oltre al Poliziano, personaggi come Marsilio Ficino e Giovanni Pico della Mirandola. Donna affascinante e di grande cultura fu corteggiata da Lascaris e da Poliziano, il quale le dedicò alcuni epigrammi e una parte del suo canzoniere in greco. Nel 1493 recitò in greco la tragedia di Sofocle Elettra nella villa del padre, evento che le procurò grande fama. Nel 1497 sposò Mikel Maruli (Costantinopoli 1453 – Firenze 11 aprile 1500), noto con il nome di Michele Marullo Tarcaniota, soldato, filosofo, poeta, storico e autore degli Hymnia naturales, che morì nell’aprile del 1500. Dopo la morte del marito, Alessandra ne curò la pubblicazione delle opere e si ritirò presso le monache benedettine di San Pier Maggiore di Firenze, in cui venne sepolta dopo la sua morte, avvenuta nel 1506.

La corrispondenza epistolare e il rapporto con gli altri letterati

Sicuramente la parte più cospicua della produzione di Alessandra Scala è il carteggio con gli altri letterati del tempo, da cui si evincono anche dettagli interessanti sulla vita della poetessa.
L’umanista Cassandra Fedele era in relazioni letterarie col Poliziano e per mezzo suo mandava spesso i suoi saluti a Bartolomeo Scala e alla figlia. Dal 1491 la corrispondenza tra le due letterate si fa più intima, le due infatti si scrivono direttamente. La lettera del 6 ottobre 1492 di Alessandra Scala, oltre ad un epigramma greco, è l’unico documento della letterata fiorentina che ci è rimasto. Al contrario, molte sono le lettere e le risposte di Cassandra Fedele spedite al padre o alla figlia.
Di valore è una letterina di Cassandra ad Alessandra, in risposta ad una, ora smarrita, dove la letterata fiorentina, incerta se contrarre matrimonio o proseguire la propria vita di studiosa, aveva espresso alla Fedele alcuni suoi dubbi chiedendole consiglio. La veneziana risponde di seguire la propria natura e risolve in maniera semplice il caso di coscienza, non senza però citare l’autorità di un santo padre in materia d’amore come Platone.
Interessante è notare come anche nella corrispondenza epistolare tra Poliziano e Cassandra Fedele si scopre spesso il nome di Alessandra. Nel 1493 Angelo, dopo aver rievocato la scena delle due visite fatte a Cassandra nel suo viaggio a Venezia, parla con affetto di Alessandra e si sofferma in elogi sulla sua abilità interpretativa della tragedia greca di Sofocle Elettra.
Poliziano, non nasconde la sua ammirazione per Alessandra Scala e infatti un solo nome di donna amata appare nel libriccino degli Epigrammi greci polizianeschi, ed è quello appunto di Alessandra. Il letterato canta in greco questo suo amore, cosa che non fa invece quando produce in italiano e in latino. Il primo degli epigrammi greci di Angelo per Alessandra porta la data del 1493; le opere si riferiscono quindi agli ultimi due anni di vita del poeta. A questi versi Alessandra risponde con un suo epigramma greco, dove si profonde in complimenti su la dottrina eminente del suo adoratore e sfoggia con femminea vanità un’erudizione peregrina.
Anche Lascaris dona alla letterata fiorentina versi galanti ricalcando i medesimi concetti di Poliziano. Alessandra, secondo il suo adoratore, riunisce i pregi delle tre dee Era, Afrodite e Atena. Lascaris per colpire Alessandra Scala sfoggia tutta la sua erudizione con concetti e storie sull'amore, citando anche il sofista Filostrato di Lemnos e descrivendo vivacemente in due epigrammi il suo amore. Interessante è vedere come nel vatic. greco 1412 del Lascaris, compaia anche in anonimo e anepigrafo, l'epigramma di Alessandra in risposta al Poliziano con alcune varianti (f. 62). Forse come risposta alle sue lodi poetiche o forse, come da più critici concordato, è la riposta all'epigramma XXX del Poliziano, dato che la giovane parla delle conoscenze di più lingue del suo ammiratore, e cioè della greca, della latina e della ebraica. Che questo epigramma sia finito tra le carte del Lascaris lascia intendere che la letterata fiorentina si sia affidata al suo aiuto per scrivere la risposta all’opera del Poliziano.

Michele Marullo detto Tarcaniota

Alessandra Scala sposò il soldato e poeta greco Michele Marullo Tarcaniota (anch’egli autore di epigrammi, stavolta latini, in suo onore: in epig. 3, 4 e 41 e in epig. 4,4 e 18 egli esaltò le sue doti poetiche, inserendola, al pari di Saffo, nel novero delle Muse). Negli Epigrammata marulliani (libr. III-IV) Alessandra Scala viene lodata per la bellezza, per la grazia e per la cultura, senza veli o pseudonimi. Marullo la paragona a Saffo, in quanto musa latina e per il suo ingegno viene accostata in poesia alle nove vergini sorelle. Per alcuni critici si cela negli Epigrammata la figura di Alessandra anche sotto il velo di una Neaera.

Bibliografia

  • Andrè Chastel, Arte e Umanesimo a Firenze al tempo di Lorenzo il Magnifico. Studi sul Rinascimento a l’Umanesimo platonico, Torino, Einaudi, 1964 (ed. or.: Art et Humanisme à Florence au temps de Laurent le Magnifique. Études sur la Renaissance et l’Humanisme platonicien, Paris, Presses Universitaire de France, 1956).
  • Firenze e la Toscana dei Medici nell’Europa del Cinquecento, Firenze, Edizioni Medicee, 1980-1983.
  • Paul Oskar Kristeller, Il pensiero e le arti nel Rinascimento, traduzione di Maria Baiocchi, Roma, Donzelli, 2005 (ed. or.: Renaissance Thought and the Arts. Collected Essays, Princeton University Press, 1990).
  • Erwin Panofsky, Idea. Contributo alla storia dell’estetica, Firenze, La Nuova Italia, 1952 (ed. or. Idea. Ein Beitrag zur Begriffgeschichte der älteren Kunsttheorie, Volker Spiess, Leipzig, 1924).
  • Giovanni Pesenti “Alessandra Scala, una figurina della Rinascenza fiorentina”, in Giornale storico della Letteratura Italiana, 85, 1924, pp. 241-267.
  • Ludovica Radif, L’«anagnorisis» di Oreste: prima scena greca umanistica, in “Maia LXI”, 2009, pp. 365-374.
  • Ludovica Radif, “Alessandra Scala dietro la maschera di Elettra”, in L. Secchi Tarugi, Vita pubblica e vita privata nel Rinascimento (Atti del XX Convegno Internazionale Istituto Petrarca - Chianciano Terme - Pienza, 21-24 luglio 2008), Firenze, Franco Cesati Editore, 2010, pp. 149-160.
  • Diana Maury Robin, Anne R. Larsen, Carole Levin, Encyclopedia of women in the Renaissance: Italy, France, and England, ABC-CLIO, 2007.
  • Nicholaas Ten Hove (1797) Memoirs of the house of Medici: from its origin to the death of Francesco, the second grand duke of Tuscany, and of the great men who flourished in Tuscany within that period, Volume 1, Princeton University, G.G. and J. Robinson, 1797.

Nota bene

Questa voce fa parte della sezione "Dominae fortunae suae". La forza trasformatrice dell’ingegno femminile, che approfondisce il contributo offerto dalle donne alla nascita e allo sviluppo dei diversi campi del sapere.

Article written by Carolina Camilla Pini | Ereticopedia.org © 2017

et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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