Quaderni eretici | Cahiers hérétiques

Studi sul dissenso politico, religioso e letterario
ISSN on line: 2421-3012

ABSTRACT E AUTORI | ABSTRACTS & AUTHORS

In questa pagina sono pubblicati gli abstract dei singoli contributi pubblicati a partire dall'anno 2018 nella rivista "Quaderni eretici. Studi sul dissenso politico, religioso e letterario", pubblicata dalle Edizioni CLORI ed ospitata sul sito Ereticopedia.
Gli abstract sono accompagnati dai brevi profili biografici degli autori che hanno contribuito ai diversi numeri e fascicoli della rivista.
Per consultare i testi in versione integrale e per ogni ulteriore informazione sulla rivista, fare sempre riferimento alla home page di "Quaderni eretici": http://www.ereticopedia.org/rivista

N. 6 / 2018

FASCICOLO 1: LE DONNE NELLA STORIA | ISSUE 1: WOMEN IN HISTORY

DOI 10.5281/zenodo.2554819

David Salomoni (Università degli Studi Roma Tre), Un’educazione guerriera. Donne in armi nel tardo Medioevo italiano (XIV-XVI sec.)

This article considers some biographies of warrior women who lived in Italy between the 14th and 16th centuries, trying to separate the high degree of idealization of these figures from the more historically demonstrable aspects through a critical-anthropological approach. In particular, it seems to emerge a pedagogical specificity addressed to women of the late Middle Ages for whom a technical and psychological education to the craft of arms was not excluded.

Il presente articolo prende in considerazione alcune biografie di donne guerriere vissute in Italia tra il XIV e il XVI secolo, cercando di separare l’altro grado di idealizzazione di queste figure dagli aspetti più storicamente dimostrabili attraverso un approccio critico-antropologico. In particolare, sembra emergere una specificità pedagogica rivolta alle donne del tardo Medioevo per le quali un’educazione tecnica e psicologica al mestiere delle armi non era esclusa.

Laura Antonella Piras (Università degli Studi di Sassari), Dominae fortunae suae: la forza trasformatrice dell’ingegno femminile

L'articolo presenta il progetto "Dominae fortunae suae". La forza trasformatrice dell’ingegno femminile, sezione trasversale di Ereticopedia, dedicato al contributo offerto dalle donne alla nascita e allo sviluppo dei diversi campi del sapere. Rivolgere uno sguardo all’attività intellettuale femminile che vada oltre i ruoli e gli schemi prefissati in cui le donne furono ingabbiate sin dall’antichità e che tenga conto in primis del talento personale, è un impegno che oggi più che mai risulta necessario per l’acquisizione di una piena consapevolezza delle proprie origini storiche e sociali. È solo in tempi recenti, con gli sviluppi dell’antropologia e della storiografia ma, soprattutto, per merito dell’intensa attività di riscoperta portata avanti dal movimento delle donne, che molti nomi di artiste, filosofe, scrittrici, mediche e scienziate, eclissati tra le pieghe del tempo, stanno tornando alla luce. Grazie a questi fermenti culturali si sta riuscendo pian piano a ricostruire quel panorama così vario, complesso e stratificato, che è quello dell’attività dell’ingegno femminile. Il progetto si inserisce in questo orizzonte di ricerca ed è finalizzato alla realizzazione di profili biografici di tutte le donne che, a partire dal X secolo e per tutta l’età moderna, riuscirono a distinguersi nei diversi ambiti del sapere, mettendo in atto significative forme di resistenza al sistema di valori costruito e tramandato, attraverso i secoli, dalla cultura maschile.

Domizia Weber (Mus.e Firenze), The first female surgeons of Renaissance Florence

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FASCICOLO 2: SGUARDI SUL MEZZOGIORNO IN ETÀ MODERNA E CONTEMPORANEA | ISSUE 2: VIEWS ON SOUTHERN ITALY IN MODERN AND CONTEMPORARY AGE

DOI 10.5281/zenodo.2554821

Antonino Corso (Archivio storico comunale "Giuseppe Schirò", Monreale) La Città, Stato e Arcidiocesi di Monreale. Arcivescovi e popolo tra Controriforma e Inquisizione (XVI-XVIII sec.)

L’ultimo re normanno di Sicilia, Guglielmo II d’Altavilla, fece realizzare a monte di Palermo un complesso abbaziale benedettino (1174), emanando poi una serie di esenzioni commerciali e giuridiche che diverranno le basi dello sviluppo futuro della Città, Stato e Arcivescovato di Monreale. La più importante di queste concessioni era l’attribuzione del titolo di Capitano Giustiziere all’Abate di Monreale, poi Arcivescovo, sommando al potere Civile anche il diritto di amministrare il ramo Criminale della giustizia, concedendo grazie o comminando pene di morte (mero et mixto imperio). A partire dalla metà XVI secolo fino alla metà del XVIII, si sono avvicendati vari prelati e ognuno di loro ha governato il proprio feudo secondo criteri legati al clima religioso, politico e culturale della propria epoca con mano ferma e severa quanto con la paterna pietà del Pastore di anime.

Antonio D'Andria (Università degli Studi della Basilicata), Onofrio Tataranni. Un riformatore napoletano in limine

The works of Onofrio Tataranni, composed during the last decades of eighteenth century in the Reign of Naples, represent an interesting Enlightenment project of education in knowledge and know-how. In his cultural journey converged the author’s different attitudes: religious, philosopher, humanist, historian, mathematician, pedagogue, loyal subject and "patriot". A parable of life and cultural planning (examined throughout all his works) common to that of many Southern Italy’s intellectuals who, starting from a sincere adherence to the Bourbon-based reformist philosophy, had progressively fallen apart and, in the early 1790s, they rejected a possible, fruitful collaboration between Court and intellectuals, between the State and leading groups.

L’opera del lucano Onofrio Tataranni, nel suo articolarsi lungo gli ultimi decenni del Settecento meridionale, rappresenta un interessante progetto illuministico di educazione al sapere ed al saper fare. Nel suo percorso culturale confluirono le diverse attitudini dell’autore, religioso, filosofo, umanista, storico, matematico, pedagogo, fedele suddito e “patriota”. Una parabola di vita e di progettualità culturale (esaminata lungo tutte le sue opere) comune a quella di molti intellettuali meridionali che, partiti da sincera adesione al riformismo borbonico di matrice carolina, avevano visto progressivamente sfaldarsi e, nei primi anni Novanta, crollare la tensione ad una fruttuosa collaborazione tra Corona e intellettuali regnicoli, tra Stato e gruppi dirigenti.

Narrazione degli avvenimenti del 1860 nel Convento di Santa Maria Occorrevole di Piedimonte d’Alife nello scoppio della Rivoluzione, a cura di Armando Pepe (Liceo Statale "Galileo Galilei", Piedimonte Matese)

A short manuscript, recently found in the historical archive of the Order of Friars Minor in Naples, tells us about the arrival of the Garibaldians, during the 1860s, to the Alcantarini convent in Santa Maria Occorrevole , near Piedimonte d'Alife (now Piedimonte Matese). It follows the rescue of the Bourbon troops, which forces the small religious community to welcome, among many difficulties, the desperate inhabitants of Piedimonte. The narrative is followed by the events that led to the inexorable end of the Kingdom of the Two Sicilies.
Shortly after the unity of Italy, with pretentious accusations of helping the brigands and supporting the Bourbons, the guardian father of the convent of Santa Maria Occorrevole became the victim of widespread slander. There are many tribulations of the tenacious community of Santa Maria Occorrevole, due to many enemies who have tried to usurp its assets.

Un breve manoscritto, recentemente rinvenuto presso l’archivio storico dell’Ordine dei Frati Minori in Napoli, ci racconta l’arrivo dei garibaldini, durante il 1860, nel convento degli Alcantarini in Santa Maria Occorrevole, presso Piedimonte d’Alife (attuale Piedimonte Matese). Segue la riscossa delle truppe borboniche, che costringe la piccola comunità religiosa ad accogliere, tra molte difficoltà, i disperati abitanti di Piedimonte. Nella narrazione si succedono poi gli avvenimenti che hanno portato all’inesorabile fine del Regno delle Due Sicilie.
Poco dopo l’unità d’Italia, con pretestuose accuse di aiutare i briganti e sostenere i borbonici, il padre guardiano del convento di Santa Maria Occorrevole diventa vittima di calunnie artatamente diffuse. Le tribolazioni della tenace comunità di Santa Maria Occorrevole sono molte, per via dei tanti nemici che hanno tentato di usurparne i beni.

Armando Pepe (Liceo Statale "Galileo Galilei", Piedimonte Matese), L’evangelista valdese Antonio Cornelio e la comunità svizzera a Piedimonte d’Alife nel primo Novecento

The essay analyzes the correspondence entertained by the Waldensian evangelist Antonio Cornelio with members of his own Church and important political authorities.
From the correspondence we see emerge, glimpses of a life spent within religious teachings and faith, propagated always with sincerity and proud composure, in the years preceding and following the First World War. The abandonment of the order of the Alcantarini friars, the evangelical loyalty, the tireless apostolate through various centers of Campania and Molise, interpenetrate and overlap in a compelling narrative with dramatical moments. Overtime, the small Swiss community of Piedimonte d'Alife (now Piedimonte Matese), find it hard to keep their traditions alive.

Il saggio analizza il carteggio intrattenuto dall’evangelista valdese Antonio Cornelio con membri della propria Chiesa e importanti autorità politiche. Dalla corrispondenza emergono squarci di una vita trascorsa all’insegna della fede religiosa, propagata sempre con sincerità e fiera compostezza, negli anni che precedono e seguono la prima guerra mondiale. L’abbandono dell’ordine dei frati Alcantarini, la fidelizzazione evangelica, l’instancabile apostolato attraverso vari centri della Campania e del Molise, si compenetrano e sovrappongono in una narrazione avvincente e non priva di momenti drammatici. Sullo sfondo, la piccola comunità svizzera di Piedimonte d’Alife (ora Piedimonte Matese), con le proprie tradizioni mantenute faticosamente vive nel tempo.

FASCICOLO 3: CRONACHE | ISSUE 3: REPORTS

DOI 10.5281/zenodo.2554823

Antonio D'Onofrio (Università degli Studi L'Orientale, Napoli), Novecento Mediterraneo (Procida, 29 settembre-3 ottobre 2018)

La Summer School “L’impresa culturale del Mediterraneo” è un appuntamento che ormai da tredici anni riunisce sull’isola di Procida alcuni tra i più importanti studiosi del Mediterraneo. Diversamente dalle precedenti recenti edizioni della Scuola estiva, tema portante dell’edizione 2018 è stata una cronologia ben definita, gli anni venti e trenta del Novecento. Questo ha reso possibile un programma profondamente multidisciplinare, volto ad esplorare con curiosità e rigore scientifico quegli anni particolari, politicamente intensi e visti, nell’immaginario collettivo, come anni di “semplice” transizione tra i due grandi conflitti mondiali. Con questo spirito, dal 29 settembre al 3 ottobre 2018, nello splendido e suggestivo scenario di Terra Murata, si sono succeduti circa trenta studiosi afferenti a diverse discipline: musicisti, architetti, storici, storici dell’arte, antropologi, letterati, giornalisti, che si sono interrogati sui temi di un Novecento Mediterraneo, declinandolo nei loro campi di studio e di ricerca.

Miriam Palomba (Universitat de Barcelona), Paesaggio religioso nell’Europa mediterranea, secc. XIV–XIX (Napoli, 1-5 ottobre 2018)

La V edizione del Seminario di studi dottorali in storia ed economia nei paesi del Mediterraneo, svoltasi a Napoli dall’1 al 5 ottobre 2018 presso l’Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo (CNR-ISSM), quest’anno è stata dedicata al tema “Paesaggio religioso nell’Europa mediterranea (secc. XIV – XIX)”.
Il tema del paesaggio religioso (religious landscape) è utilizzato come chiave di analisi di un lungo periodo, dal Medioevo all’età contemporanea, in cui si calano diverse realtà dislocate nello spazio e nel tempo; lo scopo è quello di ricostruire un ampio panorama storiografico al fine di proporre modelli interpretativi e comparativi capaci di coprire molteplici ambiti semantici.

Davide Trentacoste (Università degli Studi di Teramo), Discriminazioni etniche e razziali e appartenenze religiose (Firenze, 24-26 ottobre 2018)

L’atelier dell’Istituto Sangalli dedicato ai giovani studiosi, arrivato ormai alla sua quarta edizione, è un interessante – oltre che prezioso – momento di incontro e confronto internazionale. L’edizione di quest’anno è stata dedicata al tema delle discriminazioni etniche e religiose fra il 1400 ed il 1850. Nel corso delle tre giornate di studi si sono alternati importanti studiosi italiani e numerosi giovani provenienti da diverse parti del mondo. Ciò ha permesso di avere un quadro molto ampio sia dal punto di vista cronologico che geografico delle discriminazioni e delle loro varie declinazioni nel corso dei secoli.

N. 7 / 2019

FASCICOLO 1: POLITICA, RELIGIONE, SOCIETÀ (ITALIA, ETÀ MODERNA) | ISSUE 1: POLITICS, RELIGION AND SOCIETY (EARLY MODERN ITALY)

Luana Rizzo (Università del Salento), Un eretico italiano del Cinquecento. Matteo Tafuri

The essay illustrates the profile of Matteo Tafuri (1492-1584) accused, tried by the Holy Office in Rome and imprisoned for fifteen months for heresy from 1569 to 1570. The charges concern the denial of the Pontiff's power, the sacrifice of the Mass, of the communion and other articles of faith, as well as adherence to magic and astrology with its demonological implications. According to legend and popular opinion he was a necromancer. In reality he was an astrologer and expert in natural philosophy.

Il saggio illustra il profilo di Matteo Tafuri (1492-1584) accusato, processato dal Sant’Uffizio a Roma e imprigionato per quindici mesi per eresia dal 1569 al 1570. Le accuse riguardano la negazione della Potestà del Pontefice, il sacrificio della Messa, della comunione e di altri articoli della fede, nonché l’adesione alla magia e all’astrologia nelle sue implicazioni demonologiche. Secondo la leggenda e l’opinione popolare fu un necromante. In realtà fu astrologo ed esperto di filosofia naturale.

Daniele Santarelli (Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli"), Tra diplomazia, politica e religione. Alvise Mocenigo, ambasciatore veneziano, e la sua corrispondenza da Roma (1558-1560)

Il contributo presenta la corrispondenza da Roma di Alvise Mocenigo, ambasciatore veneziano presso la Sede Apostolica dal 1558 al 1560, a cavallo tra i pontificati di Paolo IV e Pio IV, fornendo vari estratti inediti dei Rubricari dei suoi dispacci al Senato.

Luca Al Sabbagh (Università degli Studi di Trento), I Crocesignati e la Giunta di Giurisdizione. Tensioni e scontri tra autorità laica ed ecclesiastica nella Reggio Emilia del XVII e XVIII secolo

Between the 17th and 18th centuries, two distinct authorities chal-lenged the judicial power of the Inquisition tribunal of Reggio. The first, a confraternity of Crocesignati sought to become independent – with the help of the Este government – from the power of Reggio Emilia’s Inquisition tribunal to which it was subjected to on tem-poral matters (mainly in the management of assets); the second, a du-cal jurisdiction tried to limit the power of Reggio’s Holy Office on matters of the faith through a policy of severe control undermining the tribunal’s capacity to operate freely. This analysis is an example showing how the civil authority tried to assert its rights in judicial matters over an inquisitorial power “newly born” on one side and al-ready deteriorating on the other, creating strong tensions within the restricted boundaries of the city of Reggio Emilia

La Confraternita dei Crocesignati e la Giunta di Giurisdizione furono rispettivamente la prima una confraternita che cercò, nel XVII secolo, di rendersi indipendente dal potere del tribunale dell’Inquisizione di Reggio Emilia a cui era sottoposto in materia temporale (gestione dei beni principalmente), cercando l’aiuto del go-verno estense; mentre la seconda fu una magistratura ducale che all’inizio della seconda metà del XVIII secolo cercò di placare, per mezzo di una politica di forte controllo, la possente prerogativa che il Sant’Uffizio reggiano aveva in materia di Fede, minandone la libertà di procedere giudizialmente. L’analisi si pone come un esempio di quanto l’autorità civile abbia cercato di far valere (in due periodi di-stanti tra loro) i propri diritti in materia giudiziaria, su un potere inquisitoriale da una parte “neonato” e dall’altra ormai diretto verso una lenta rovina, creando forti tensioni persino in un contesto così ri-stretto come la città di Reggio Emilia.

Domizia Weber (Mus.e Firenze), Levatrici e guaritrici. Magia terapeutica, medicina e ostetricia nel'Italia moderna

FASCICOLO 2: IL MEZZOGIORNO NELLO SPAZIO EUROPEO E MEDITERRANEO | ISSUE 2: THE SOUTHERN ITALY IN THE EUROPEAN AND MEDITERRANEAN SPACE

Daniele Santarelli (Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli"), Risorse in rete per la storia del territorio e del patrimonio culturale: il portale “Storia della Campania”

Il contributo presenta il portale web "Storia della Campania" (www.storiadellacampania.it), recentemente inaugurato, illustrandone le finalità e le potenzialità di sviluppo.

Armando Pepe (Liceo Statale "Galileo Galilei", Piedimonte Matese), La sezione "Fonti" del portale “Storia della Campania”: l’edizione digitale al servizio della storia del territorio

Il contributo presenta la sezione "Fonti" del portale web “Storia della Campania” (www.storiadellacampania.it), che ospita trascrizioni di fonti, accompagnate da commento e inquadramento storico e storiografico.

Armando Pepe (Liceo Statale "Galileo Galilei", Piedimonte Matese), Il duca e il vescovo a Piedimonte d’Alife in età barocca. I moventi della discordia tra Alfonso II Gaetani dell’Aquila d’Aragona e monsignor Girolamo Maria Zambeccari

The reasons for discord between Alfonso II Gaetani of Aquila of Aragon and Monsignor Girolamo Maria Zambeccari, from an unpublished correspondence, found at Camillo Caetani Foundation's archive in Rome. A well-researched historical and philological essay on an Ancient Regime feudal court - Gaetani of Aquila of Aragon's in Piedimonte d'Alife (now Piedimonte Matese) - which was among the first in the Kingdom of Naples. The Duke - who died while still young fighting in Catalonia - and the Bishop - who had already escaped a ferocious attempt at his life when he was Inquisitor in Correggio - soon came to an open clash, although they had attempted to come to an agreement that came to nothing. In a bloody and tenacious play of roles, among deceits, defenses and open recriminations, the great theatre of the world of the Baroque Age presents an unknown scenario, not unlike though from Manzonian places and characters. Lights and shadows - together with feelings and impressions, eternal and voluble in the human soul - alternate while new perspectives to be known and thoroughly investigated open up to us.

I moventi della discordia tra Alfonso II Gaetani dell’Aquila d’Aragona e monsignor Girolamo Maria Zambeccari, da un carteggio inedito, rinvenuto presso l’archivio della Fondazione Camillo Caetani in Roma. Un approfondito saggio storiografico e filologico su una corte feudale d’antico regime- quella dei Gaetani dell’Aquila d’Aragona, in Piedimonte d’Alife (ora Piedimonte Matese)- che era tra le prime nel Regno di Napoli. Il duca- che morì ancor giovane combattendo in Catalogna- e il vescovo- già scampato a un feroce attentato quando era inquisitore a Correggio- arrivarono presto allo scontro aperto, non senza aver tentato un accordo che non approdò a nulla. In un sanguigno e tenace gioco delle parti, tra celie, accuse, difese e aperte recriminazioni, il gran teatro del mondo d’età barocca presenta uno scenario sconosciuto, non dissimile però da luoghi e personaggi manzoniani. Luci e ombre- assieme a sentimenti e impressioni, perenni e volubili nell’animo umano- si alternano mentre a noi si offrono nuove prospettive da conoscere e indagare a fondo.

Veronica Sileo (Università degli Studi della Basilicata), Nel costituzionalismo europeo: la Costituzione di Cadice

The article analyzes doctrinal influences on the Spanish Constitution of 1812, also known as the Constitution of Cadiz, that was adopted in Spain and in the Kingdom of the Two Sicilies even in 1820-21. The document is a liberal constitution establishing constitutional rights, a representative government, and a parliamentary monarchy. Its ideological basis is on the one hand the constitutional French experience arising from the Revolution, on the other hand the English constitutional thought. There are three possible constitutional sources that influenced the deputies of 1812 in the drafting the text of the Constitution of Cadiz: the American Constitution of 1787, the English constitutional tradition and the various revolutionary French Constitutions. The Constitution of Cadiz, although only applied between 1812 and 1813, from 1820 to 1823 and in 1836, left a deep mark in the Hispanic constitutionalism. It introduced important changes althought limited by the Catholic and traditionalist character of Spanish society.

Il contributo analizza le influenze dottrinali sulla costituzione spagnola del 1812, conosciuta anche come costituzione di Cadice, che fu poi adottata in Spagna e nel Regno delle Due Sicilie nel 1820-21. Il testo stabiliva diritti costituzionali, un Parlamento rappresentativo e una monarchia parlamentare. La sua base ideologica era costituita, da un lato, dalla esperienza costituzionale francese, dall’altro dal pensiero costituzionale inglese. Tre possibili “fonti” costituzionali influenzarono i deputati del 1812 nella stesura del testo costituzionale: la costituzione americana del 1787, la tradizione costituzionale inglese, e le diverse esperienze costituzionali francesi. La costituzione di Cadice, sebbene applicata tra il 1812 e il 1813, dal 1820 al 1823, e nel 1835, lasciò un segno profondo nel costituzionalismo spagnolo introducendo cambiamenti di notevole rilievo, sebbene limitati dall’impronta cattolica e dal carattere tradizionalista della società ispanica.

FASCICOLO 3: L'ARTE NELLA STORIA | ISSUE 3: ARTS IN HISTORY

Gianna Pinotti (artista e critico d'arte, Mantova), Il Crocifisso a braccia mobili di Michelangelo per il priore di Santo Spirito, “spietata immagine” savonaroliana e Cristo in Pietà: una nuova proposta attributiva

This essay tries to identify an important early work by Buonarroti, the wodden Crucifix executed in 1493 for the prior of the convent of Santo Spirito in Florence, penetrating the thoughts and intentions of the genius of the Renaissance when he started studying anatomy, opening the doors to the modern age.
This new and revolutionary attributive proposal refers to Michelangelo the Crucifix with movable arms that today is located in the basilica of Santa Croce in Florence; this work has always been referred to Donatello: this Crucifix carved by the cross becomes an evocative Man of Sorrows, born of an exstraordinay direct knowledge of the anatomy that will pave the way for the execution of a new type of Crucifix: this sculpture connects to the florentine artistic context affected by the Savonarolisan reform.
The identifying investigations make use of new historical sources and of philological and iconographic analyzes linked to totally unfathomed historical and artistic dynamics.
The Crucifix with movable arms placed today in the basilica of Santa Croce seems to announce the successive important stages of Michelangelo’s masterpieces.

Questo saggio indaga un’importante opera giovanile di Buonarroti, il Crocifisso ligneo eseguito nel 1493 per il priore dell’Ordine agostiniano di Firenze, che lo ospitò in Santo Spirito per scorticare i corpi morti dell’Ospedale e dare il via agli studi di anatomia.
La nuova e rivoluzionaria proposta attributiva elaborata da Gianna Pinotti riferisce a Michelangelo il Crocifisso a braccia mobili oggi collocato in Santa Croce, opera da sempre ricondotta a Donatello: questo suggestivo manufatto, che si trasforma in un Cristo in Pietà, è scaturito da una straordinaria conoscenza dell’anatomia.
Si tratta di un innovativo percorso di indagine relativo a un momento decisivo della formazione giovanile di Buonarroti, in una Firenze investita dalla riforma religiosa, al fine di restituirci un’opera rivoluzionaria che si presta a divenire ideale contenitore della teurgia salvifica dell’Amore in collegamento con la dottrina di Savonarola, che poneva l’immagine del Crocifisso sofferente al centro della propria predicazione.
Le indagini identificative e contenutistiche relative al Crocifisso mobile di Santa Croce, con tutte le ricadute interpretative inerenti alle successive Pietà e Crocifissioni michelangiolesche, si avvalgono di nuove analisi filologiche collegate a dinamiche storico artistiche del tutto insondate.

N. 8 / 2020

Daniele Santarelli, Domizia Weber, Comunicare la storia del dissenso mediterraneo attraverso un network di Digital Humanists: il progetto Ereticopedia e il suo percorso

Il contributo è la trasposizione di una relazione tenuta nell'ambito del convegno convegno “I hope that someone gets my message in a bottle”. Indagine sul destinatario (Università degli Studi di Salerno, Dipartimento di Studi Umanistici, 6-8 no-vembre 2018) e mette in luce il percorso seguito, negli ultimi anni, dal progetto Ereticopedia nel comunicare la storia del dissenso politico religioso, scientifico e letterario nel mondo mediterraneo, in età moderna, ad un pubblico sempre più numeroso ed eterogeneo.

Domizia Weber, Ferite dell’anima e ferite del corpo: la medicalizzazione della confessione in età moderna

Il contributo convoglia varie riflessioni nate in seguito alla pubblicazione di recenti studi sul legame tra medicina e religione. L’articolo rivolge l’attenzione al nesso tra la figura del medico e quella del confessore in età moderna soffermandosi sul tema della contiguità tra salute dell’anima e salute del corpo. Nel mettere in luce il processo culturale di medicalizzazione della confessione, il saggio sottolinea la particolare importanza attribuita sia dai religiosi sia dai medici all’ascolto dei sofferenti in totale segretezza e discrezione. La letteratura in merito destinata ai confessori e agli operatori sanitari ribadiva infatti la necessità di lenire le ferite dell’anima e le ferite del corpo adottando un atteggiamento conciliante e comprensivo con i penitenti e i pazienti che si rivolgevano loro non solo per confidare i propri turbamenti ma anche per trovare semplice conforto. In questo modo, tra le due figure si profilò quasi una saldatura in virtù delle similitudini e del segreto professionale che ne caratterizzavano l’operato.

This contribution funnels the considerations arisen after the publication of some recent studies on the link between medicine and religion. My essay deals with the connection between the figure of the physician and the one of the confessor in the Early Modern Age, dwelling on the topic of the proximity between body and soul. In highlighting the cultural process of confession’s medicalization, this paper underlines the particular importance that confessors and physicians attributed to listening ability in secret and discretion. Specific literature, addressed to confessors and physicians, reiterated the need to heal soul’s and body’s wounds getting a passive and comprehensive attitude to penitents and to patients who had turned to them to confess their fears as well as to get some comfort. In this way, a kind of joint between these two figures stood out, bearing in mind the similarities and the professional secret that distinguished their behaviour.

Mauro Fasan, Benandanti e streghe nel Friuli del Seicento. Un caso ad Annone Veneto

Il saggio analizza un processo del Sant’Ufficio di Aquileia contro un benandante di Annone Veneto (diocesi di Concordia), tenutosi nel 1676.
Il contesto è la campagna friulana del secondo Seicento, dove e quando le credenze sui “nati con la camicia” erano ancora presenti e ben radicate. Tra fautori e detrattori, emerge la figura del benandante – Andrea Cattaros – e di come questi fosse inserito nella società locale e quanto la comunità lo cercasse.
L’epoca del processo ha anche evidenziato il mantenimento delle qualità benefiche dei benandanti nell’immaginario collettivo, oltre a palesare come essi stessi fossero convinti della propria funzione antistregonesca, in linea con i recenti studi a riguardo.
La documentazione inquisitoriale ha permesso, inoltre, la lettura interpretativa del fenomeno da parte della Chiesa, in un periodo storico ove tra le stesse istituzioni ecclesiastiche iniziava a prendere piede un marcato scetticismo verso la magia e la stregoneria.
I benandanti furono per anni un fenomeno che l’Inquisizione cercò di inquadrare all’interno dei propri schemi. Questo ha fatto arrivare a noi il mito e le sue sfaccettature, in funzione però di quanto andavano cercando vescovi e inquisitori ai loro tempi.

This study analyses a trial of the Holy Office of Aquileia against a benandante from Annone Veneto (Diocese of Concordia) that took place in 1676.
Its context is the Friulian countryside in the second half of the 17th century, when superstitions about those nati con la camicia were still very deeply rooted.
The character of the benandante Andrea Cattaros emerges among supporters and detractors. He was well integrated in the community and local people looked for him.
At that time benandanti were believed to have healing powers and, according to recent records, they were fully convinced about their own function against witchcraft.
Moreover, inquisition documents have enabled to better understand the interpretation of this phenomenon by the Church in a historical time, when a growing scepticism about magic and witchcraft was setting in among ecclesiastical institutions.
For years, the Inquisition has tried to set the phenomenon of the benandanti into its own patterns. The myth that has reached us has been strongly influenced by the interpretations of bishops and inquisitors in their time.

Vincenzo Vozza, Su alcune lettere di Stefania Omboni a Sibilla Aleramo (1901-1915). Donne moderne tra stampa emancipazionista, attivismo politico e aspirazioni profetiche

Dopo la recente pubblicazione della prima e più documentata biografia di Stefania Omboni (1839-1917) sono stati portati alla luce alcuni degli aspetti meno conosciuti della benefattrice inglese, studiata nelle ultime due decadi per lo più in relazione alle sue opere filantropiche o per il suo contributo all’emancipazionismo femminile. In questo contributo si vuole innanzitutto offrire l’edizione integrale del corpus epistolare tra Stefania Omboni a Sibilla Aleramo (1876-1960), all’epoca conosciuta ancora come Rina Pierangeli Faccio, quale fonte storica della relazione amicale esistente tra le due donne, nei primi anni del Novecento. Questa testimonianza documentaria, proveniente dall’archivio personale della Aleramo conservato presso la Fondazione Gramsci (Roma), è stata senz’altro sufficiente ad affrescare il contesto ma ha lasciato aperto il campo ad ulteriori approfondimenti. L’epistolario, fino ad oggi inedito, è composto da 34 lettere inviate dalla Omboni. Con l’occasione si metteranno in luce anche alcune simmetrie tra l’opera che ha contrassegnato la fortuna di Sibilla Aleramo come scrittrice, Una donna (1906) e la realtà storica emergente dalle lettere, secondo la prospettiva parziale della Omboni: l’attività editoriale in favore della causa emancipazionista, le relazioni culturali con l’élite intellettuale italiana e straniera e il rapporto, controverso, con lo scrittore esistenzialista (chiamato “il profeta”) Umano, alias Gaetano Meale.

Armando Pepe, Complotti, intrighi e trame oscure nella rete di monsignor Umberto Benigni (1918-1934)

Esaminando attentamente il fondo di monsignor Umberto Benigni (1862-1934), presso l’Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri (ASMAE) in Roma, si viene a conoscenza di un complesso mondo cospirativo che, a partire dal secondo decennio del XX secolo, per articolate trame si dipanò in chiave antimodernista all’interno della Chiesa cattolica. Gli argomenti rinvenibili nella vasta corrispondenza del prelato umbro riguardano le mene massoniche in Francia, la debordante presenza gesuitica in America Centrale, l’attività dell’occultista inglese Aleister Crowley a Parigi, ove la magia nera trovava terreno fertile.

By carefully examining Monsignior Umberto Benigni (1862-1934)'s fund, at the Foreign Office (ASMAE)'s Historical Archive in Rome, a complex conspiratorial world comes to be known which, starting from the second decade of the twentieth century, by way of complex plots unravelled in antimodernist key within the Catholic Church. The topics found in the Umbrian prelate's wide correspondence deal with the Masonic activities in France, the overflowing Jesuitical presence in Central America, the English occultist Aleister Crowley's activity in Paris, where black magic found fertile ground.

GLI AUTORI | THE AUTHORS

LUCA AL SABBAGH

Luca Al Sabbagh, dottore di ricerca in "Culture d'Europa – ambienti, spazi, storie, arti, idee" presso l'Università degli Studi di Trento, è specialista di storia dell’Inquisizione nel territorio emiliano e di dissenso nelle diocesi di Reggio Emilia e Modena.

ANTONINO CORSO

Antonino Corso, archivista, ricercatore, divulgatore e pubblicista di storia locale della provincia di Palermo dal Medioevo all'età contemporanea, con particolare riferimento all'antica Città, Stato e Arcivescovato di Monreale, è operatore dell'archivio storico comunale "Giuseppe Schirò" presso il Comune di Monreale (Palermo).

ANTONIO D'ANDRIA

Antonio D'Andria è dottore di ricerca in "Storia dell’Europa mediterranea dall’antichità all’età contemporanea", docente a contratto di Storia Moderna presso l’Università degli Studi della Basilicata (Matera, DICEM) e docente di Italiano e Storia nell’IIS “G. Fortunato” di Rionero in Vulture (Potenza). Si occupa principalmente di Storia della Comunicazione politica e Storia della storiografia.

ANTONIO D'ONOFRIO

Antonio D'Onofrio è dottore di ricerca in Storia dell'Europa moderna e contemporanea presso l'Università di Napoli "L'Orientale".

MAURO FASAN

Mauro Fasan, laureato in ingegneria civile, da sempre dedito allo studio e alla ricerca in ambito storico. Gli ultimi quindici anni lo hanno visto concentrare l’opera di indagine e approfondimento nell’ambito della Repubblica Serenissima e sull’operato della Santa Inquisizione nei territori veneto-friulani, soprattutto riguardo i fenomeni di stregoneria, magia e superstizione.
Ha pubblicato numerosi saggi e libri, con recensioni anche a livello internazionale.

MIRIAM PALOMBA

Miriam Palomba è dottoranda presso l'Universitat de Barcelona.

ARMANDO PEPE

Armando Pepe, laureato in Lettere all'Università di Cassino, abilitato in Latino, Greco, Materie Letterarie e Storia presso la SICSI (Scuola Interuniversitaria Campana di Specializzazione all'Insegnamento - Università di Napoli Federico II) è docente di Italiano e Latino nei Licei. Attualmente studia nel corso di dottorato di ricerca in storia moderna presso l'Università di Grenoble Alpes (UGA), in cotutela con l'Università degli Studi di Salerno. Si occupa di Storiografia locale e regionale, prevalentemente moderna e contemporanea.

GIANNA PINOTTI

Gianna Pinotti, artista per vocazione e iconologo, è impegnata da oltre trent’anni nella critica d’arte e letteraria, in particolare virgiliana e michelangiolesca, anche in campo attributivo. Dopo gli studi scientifici e musicali a Mantova, si è laureata a Bologna in Lettere Moderne con indirizzo in storia dell’arte, approfondendo in seguito gli studi di iconologia. Ha pubblicato numerosi libri e saggi su artisti di ogni epoca e ha ricevuto diversi Premi e riconoscimenti nazionali e internazionali nei diversi campi delle Arti e della Critica a Milano, Torino, Verona, Napoli, Firenze. Ha esposto, dal 1976 ad oggi, a fianco dei più illustri rappresentanti del panorama artistico contemporaneo, allestendo proprie antologiche a tema in prestigiose sedi in Italia e all’estero.

LAURA ANTONELLA PIRAS

Laura Antonella Piras è dottoranda in "Lingue, Letterature e Culture dell’età moderna e contemporanea" (XXXI ciclo) presso l'Università di Sassari con un progetto di ricerca sul tema “L’epistolario petrarchesco tra ars poetica e interpretazione”.

LUANA RIZZO

Luana Rizzo insegna Storia della Filosofia del Rinascimento all’Università del Salento e i suoi interessi di studio sono rivolti in particolare al pensiero di Matteo Tafuri, al quale ha già dedicato una monografia e diversi saggi. Ha scritto, inoltre, su Marsilio Ficino, sugli Inni orfici, sul concetto di tempo, sulla mnemotecnica e l’ermetismo, nonché sull’influenza della tradizione aristotelica nel pensiero del filosofo neoplatonico.

DAVID SALOMONI

David Salomoni, dottore di ricerca in Storia medievale presso l'Université d'Avignon, è attualmente assegnista di ricerca presso l'Università degli Studi Roma Tre.

DANIELE SANTARELLI

Daniele Santarelli, specialista di storia politico-diplomatica e religiosa del Mediterraneo in età moderna, con particolare riferimento al XVI secolo, è professore associato di Storia moderna presso l'Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli”.

VERONICA SILEO

Dottore di Ricerca in “Storia dell’Europa Mediterranea dall’antichità all’età contemporanea”, Veronica Sileo è stata docente a contratto di “Storia dell’Europa mediterranea nell’età moderna” nell’ A.A. 2014/15 e nell’A.A. 2015/16 ed è, attualmente, docente a contratto di “Storia e istituzioni del Mezzogiorno in età moderna” nell’Università degli Studi della Basilicata. I suoi principali interessi di ricerca riguardano la teoria e la storia delle istituzioni nel processo di unificazione nazionale, la storia delle idee costituzionali e le forme e i metodi di comunicazione politica nel XVIII e XIX secolo.

DAVIDE TRENTACOSTE

Davide Trentacoste è dottorando in "Storia dell'Europa dal Medioevo all'Età Contemporanea" (XXXIII ciclo) presso l'Università di Teramo.

DOMIZIA WEBER

Domizia Weber, dottore di ricerca in Storia moderna presso l'Università di Firenze e specialista di storia della stregoneria e di storia della medicina in età moderna, è operatrice culturale presso Mus.e Firenze, ente partecipato che si occupa della gestione e valorizzazione degli spazi museali civici fiorentini.

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et tamen e summo, quasi fulmen, deicit ictos
invidia inter dum contemptim in Tartara taetra
invidia quoniam ceu fulmine summa vaporant
plerumque et quae sunt aliis magis edita cumque

[Lucretius, "De rerum natura", lib. V]

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